TUTTI A TAVOLA!

Se il piatto è la tela dei nostri quadri, la tavola non può che essere la loro cornice. Pensiamo che in cucina non si usi solo il gusto, ma si devono utilizzare tutti e cinque i sensi:

  • L’udito, per ascoltare il rumore dei fornelli accesi, delle padelle che brontolano o del cucchiaio di legno che gira un piatto di gnocchi con scamorza e ragù;
  • Il gusto, per assaporare ciò che si ha cucinato;
  • Il tatto, per toccare la consistenza dei prodotti che si utilizzano;
  • L’olfatto, per sentire il profumo inebriante di ciò che si cucina (consigliamo di chiudere gli occhi e di inspirare profondamente un odore, per sentirlo più intensamente);
  • La vista…bè, anche l’occhio vuole la sua parte! E cosa c’è di meglio, se non catturare l’attenzione dei vostri ospiti con delle belle tavolate imbandite, colorate, profumate e adornate con basilico, fiori, peperoncini e molto altro…

In questa sezione del nostro blog, vi mostreremo alcune tavole che abbiamo preparato per i nostri amici e che hanno reso ancora più intenso il sapore delle pietanze condivise.



 

TAVOLA AL PROFUMO DI BASILICO

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Le tavolate, quelle lunghe e chiassose, che sanno di famiglia per noi rappresentano le tavole d’estate, quando ci riuniamo in veranda insieme ad amici e parenti. Il soffio del vento, il profumo del mare e i colori di questa tavola creano un’atmosfera magica che fa battere il cuore e salire un po’ di nostalgia. I piatti antichi della nonna, sono della più famosa ceramica pugliese, quella di Grottaglie; le brocche per il vino (rigorosamente Primitivo di Manduria) prodotto da noi stesse; un centrotavola di basilico fresco e peperoncini, che la mamma cura ogni giorno per rallegrare le nostre tavole e i piatti che ci prepara, con quella dose di amore unico che solo lei sa usare; una tovaglia bianca, di un antico corredo, finemente ricamata dalle mani ruvide e vissute della nonna, con dei piccoli fiorellini; sembra che ci abbia inciso anche il loro profumo. Infine, ci sono i nostri segnaposto, semplici, ma che donano quel tocco di colore per rendere questa tavola la cornice perfetta di un momento meraviglioso.

INGREDIENTI PER I SEGNAPOSTO:

  • L’avanzo di una tovaglia di carta gialla, che ricorda i raggi del sole di agosto;
  • Un nastrino blu, per richiamare le onde del mare;
  • Un nastrino rosso, il colore dell’amore;
  • Dei ramoscelli di rosmarino, per sentire i profumi della macchia mediterranea anche a tavola.

Sapori, suoni, colori, odori di un Sud profondo, che più profondo non si può.



TAVOLA DI PASQUA

Quella che vedete in foto è stata la nostra tavola pasquale. Nei colori e negli addobbi scelti abbiamo cercato di racchiudere tutto ciò che rappresenta la Pasqua. Partendo dalla tovaglia bianca, essa ricorda la purezza e il bagliore dell’immagine di Cristo che ascende al Cielo. Per i segnaposto, abbiamo scelto delle arance, non solo per dare un tocco di colore ad una tavola di per sé molto semplice, ma anche perché emanano quel profumo di freschezza in sintonia col colore candido della tovaglia in pizzo, ricamata a mano. Molto più palesi sono, invece, i richiami ai simboli pasquali: i ramoscelli di ulivo, le colombelle e l’uovo.

  • Nella religione cristiana l’ulivo ha molte simbologie. Nel Nuovo Testamento ci sono molti episodi legati all’ulivo. Nella festa cristiana delle Palme, celebrata una settimana prima della Pasqua, l’ulivo rappresenta Cristo stesso che, con il suo sacrificio, diventa strumento di riconciliazione e di pace per l’umanità. C’è un altro motivo per cui l’ulivo è una pianta sacra: dal suo frutto, le olive, viene ricavato l’olio che è il Crisma, usato nelle liturgie cristiane dal battesimo all’estrema unzione, dalla cresima alla consacrazione dei nuovi sacerdoti. Infine, il nome di Cristo significa “unto”. Per queste ragioni, nel periodo pasquale, i fedeli della religione cristiana distribuiscono ramoscelli d’ulivo. L’ulivo è uno dei simboli della nostra Puglia, alberi secolari, custodi e narratori di storie e avventure che li hanno attraversati nei secoli.
  • La colomba nella cristianità è simbolo di pace e salvezza.  Nell’Antico Testamento, si narra che Noè fece uscire per tre volte dall’arca una colomba che, alla fine, tornò da lui con un ramoscello di ulivo, per annunciargli che la Terra e il Cielo si erano riconciliati. Era anche simbolo di pace, perché attestava la fine del castigo e la riconciliazione di Dio con gli uomini.
  • Già prima che nel cristianesimo l’uovo simboleggiava la rinascita della natura nel passaggio dall’inverno alla primavera. Con la fede cristiana e la rielaborazione delle tradizioni pagane, l’uovo divenne simbolo della rinascita dell’uomo, e in questo caso di Gesù.